Assessment Comportamentale

  • Posted by Studiotorredibabele

L’Assessment comportamentale implica la raccolta e l’analisi di dati e informazioni allo scopo di individuare e descrivere il comportamento bersaglio, identificarne le possibili cause, scegliere le appropriate strategie di trattamento per modificarlo e valutare i risultati dell’intervento. Per comportamento bersaglio si intende in un programma di modificazione del comportamento quel comportamento che deve essere migliorato. L’assessment comportamentale viene usato nell’analisi del comportamento. L’analisi del comportamento è la scienza psicologica che ha come oggetto lo studio delle interazioni psicologiche tra individuo e ambiente e come metodo quello scientifico proprio delle scienze  naturali. La sua funzione è quella di descrivere queste interazioni, spiegare come avvengono, prevederne le caratteristiche e la probabilità di comparsa nel futuro e su queste basi influenzarne la forma e la funzione. L’analisi del comportamento nasce nel XX secolo con lo psicologo B.F.Skinner (1938). B.F.Skinner dichiara di voler studiare non solo il comportamento osservabile ma anche tutti quei fatti che vanno sotto il nome di eventi privati o eventi sotto pelle che non possono essere osservati direttamente, come, le emozioni e i processi cognitivi. Skinner asserisce che gli eventi privati come il pensiero e le emozioni sono comportamenti e che vengono influenzati dallo stesso tipo di variabili che influenzano gli altri comportamenti.

Il comportamentismo di Skinner si differisce dalle altre teorie psicologiche, le quali seguivano approcci mentalistici, dove si attribuiva una certa importanza a fattori interni denominati talvolta psiche, spirito o interpretazioni soggettive per la spiegazione del comportamento. L’analisi del comportamento si caratterizza per la sua insistenza a rimarcare l’importanza sulla registrazione accurata di comportamenti specifici e per  il fatto di prendere decisioni fondate sui dati registrati piuttosto che esclusivamente basate su impressioni soggettive.

Il comportamento è un fenomeno globale in quanto implica e coinvolge tutti gli aspetti della persona. In altre parole il comportamento umano è tutto ciò che le persone fanno, come si muovono e ciò che dicono, pensano e provano. Si può dire che per gli organismi viventi, non è possibile non comportarsi. Tutti i comportamenti si manifestano in un contesto ambientale. Il ruolo e il valore attivo dell’ambiente sono una conquista recente. L’ambiente influenza le interazioni che ivi hanno luogo, modificando la forza, la valenza e le caratteristiche delle funzioni particolari dello stimolo e della risposta implicati in quella interazione.

Ogni organismo che viva in un ambiente è sottoposto a forze che agiscono su di esso.

Tali forze sono in parte percepite dall’organismo  attraverso i sensi.

L’Analisi comportamentale studia una relazione funzionale, chiamata contingenza, costituita da almeno tre elementi in relazione tra loro: una classe di eventi stimolo che costituiscono la situazione antecedente, una classe di risposte o comportamenti, una classe di eventi stimolo che costituiscono la situazione conseguente, il tutto all’interno di un setting specifico. La scienza applicata che deriva dalla scienza di base conosciuta come Analisi del Comportamento (Skinner 1953) è L’Analisi Comportamentale Applicata. É  stata definita da Baer, Wolf e Risley (1968) nel seguente modo: Applicazione dei principi del comportamento per incrementare specifici comportamenti e contemporaneamente valutare i cambiamenti attribuibili a tale processo. L’ABA enfatizza la valutazione continua del trattamento attraverso una sistematica raccolta dei dati, affinché i risultati non siano inficiati da variabili esterne al trattamento.

Metodi per lo sviluppo di un piano educativo

Nei programmi di modificazione comportamentale di solito vengono seguite quattro fasi  durante le quali il comportamento bersaglio viene individuato, definito e registrato:

  • una fase di screening, per chiarire il problema e stabilire chi dovrebbe trattarlo, vengono ricercate e raccolte più informazioni possibili utili per capire su quali e quanti comportamenti andrà tarato l’intervento e soprattutto per capire se, il professionista interpellato, rappresenta la persona giusta per rispondere alla richiesta.
  • una fase di baseline, dove viene valutato il comportamento bersaglio, per stabilirne il livello prima dell’inizio del programma o del trattamento, viene anche analizzato l’ambiente in cui la persona vive, in modo da individuare le possibili variabili che controllano il comportamento da modificare. Questa fase è essenziale, in considerazione dell’ importanza attribuita alla misurazione diretta del comportamento in esame e dell’impiego delle variazioni nelle misurazioni come migliori indicatori del fatto che il problema stia rispondendo al trattamento;
  • una fase di trattamento, dove si programma il trattamento per produrre il cambiamento desiderato e dove si prevedono costanti osservazioni e monitoraggi del comportamento di interesse durante il trattamento;
  • una fase di follow -up, per stabilire se i miglioramenti raggiunti durante il trattamento sono stati mantenuti dopo la fine del programma. In certi casi essa può consistere in accurate osservazioni o valutazioni nelle situazioni naturali in cui ci si aspetta che il comportamento si verifichi.

Nell’ ABA il ruolo dell’ assessment è considerato il fulcro delle quattro  fasi di intervento che includono: L’assessment, pianificazione, realizzazione e valutazione (Taylor 2006). L’assessment comportamentale da un’ immagine delle variabili che incrementano, decrementano, mantengono o generalizzano il comportamento di interesse. L’ABA migliora comportamenti socialmente significativi per la persona e per tutti coloro che interagiscono con essa. Definizioni esplicite e ben scritte dei comportamenti target sono necessari per il professionista che potrebbe non avere dimestichezza nella replicazione. Definire i comportamenti in modo chiaro, completo e in termini misurabili è un prerequisito importante per progettare e attuare un programma di modificazione comportamentale. Il comportamento bersaglio detto anche target può essere definito funzionalmente o topograficamente. La definizione  basata sulla funzione designa le risposte come membri di classi di risposte che hanno in comune gli effetti che producono sull’ambiente. La descrizione topografica si riferisce alla forma di una data risposta, cioè la descrizione degli specifici movimenti coinvolti.

Ciò che interessa alla Behavior Analysis è solo la definizione funzionale, cioè dinamica, delle caratteristiche di tali interrelazioni, che consenti di prevederle e influenzarne (Skinner, 1953).

Le procedure di assessement comportamentale servono per raccogliere informazioni allo scopo di definire e monitorare i comportamenti bersaglio ricadono in tre categorie: procedure indirette, dirette e sperimentali.

Le procedure indirette sono:

  • il colloquio con il cliente e altre persone significative dove si presta attenzione alla descrizione del problema da parte del cliente e delle altre persone significative coinvolte;
  • i questionari, forniscono informazioni utili per la valutazione del problema e per la messa a punto di un programma comportamentale rivolto al cliente.
  • Il role-playing, quando il terapeuta non può osservare il cliente nella situazione reale in cui si verificano i problemi, un’ alternativa è quella di creare tale situazione nel proprio studio. Il role playing è frequentemente utilizzato non solo per valutare un problema, in associazione alle interviste comportamentali, ma anche per trattarlo.
  • Informazioni da professionisti, altre figure che si siano presi cura del cliente in

qualsiasi modo e abbiano a che fare con il problema.

  • Auto-monitoraggio del cliente, ossia l’osservazione diretta del paziente sul proprio comportamento.

Le procedure dirette

Le procedure dirette vengono spesso preferite dall’analista del comportamento perché

hanno maggiori probabilità di essere più accurate, l’unico svantaggio e che non possono essere utilizzate per monitorare i comportamenti covert.

La più utilizzata è l’ABC, questa tecnica una raccolta dati durante la fase di assessment che possono essere usati per identificare il comportamento target. Spesso l’osservazione del cliente avviene nell’ambiente naturale per determinare quale comportamento modificare.

Vengono descritti accuratamente degli episodi comportamentali usando un tipo di registrazione che rilevi le antecedenti, i comportamenti e le conseguenze.

Quando si decide di misurare direttamente un comportamento , ci sono sei caratteristiche:

la topografia, si riferisce alla forma di una risposta;la quantità, che include la frequenza che si riferisce al numero di casi in cui il comportamento si verifica in un dato periodo di tempo;la durata che è la misura di tempo in cui il comportamento perdura; l’intensità, intesa come la forza di una risposta come il volume della voce; il controllo dello stimolo, indica che alcuni comportamenti si verificano in presenza di certi stimoli; la latenza, s’intende il tempo che intercorre tra uno stimolo e l’inizio di una risposta.; la qualità, non è una caratteristica aggiuntiva a tutte quelle menzionate precedentemente ma piuttosto una derivazione di esse.

Le Procedure sperimentali

Le procedure sperimentali di assessment vengono comunemente chiamate analisi funzionale sperimentale e sono utilizzate per mettere in evidenza gli eventi antecedenti che esercitano un controllo sul comportamento problematico e/o le conseguenze responsabili del suo comportamento. Cercano di dimostrare che il verificarsi di un comportamento è funzione di determinate variabili che lo controllano. É stata fatta un po’ di confusione tra i termini di analisi e assessment funzionale. Altri (per es., Cone, 1997; Horner, 1994) hanno fatto una distinzione  tra i termini, vale a dire, un assessment funzionale si riferisce a una serie di approcci che tentano di individuare antecedenti e conseguenze del comportamento, mentre un’analisi funzionale si riferisce alla manipolazione sistematica delle variabili ambientali per controllare sperimentalmente il loro ruolo come antecedenti che controllano gli specifici comportamenti o come conseguenze che li mantengono. L’analisi funzionale si riferisce alla verifica sperimentale di ipotesi riguardanti le cause del comportamento. “Lo sperimentatore deve essere capace di controllare l’occorrenza e la non occorrenza del comportamento” (Cooper et al, 2007, p. 17).

Identificare le possibili cause del comportamento problema è la fase successiva dell’assessment comportamentale. La letteratura nell’ambito del ritardo mentale e delle disabilità intellettive evolutive suggerisce diverse categorie di variabili che possono influenzare severi comportamenti problema. L’obiettivo dell’ assessment comportamentale è identificare i fattori che determinano tali comportamenti problema.

Generalmente sono causati da:

  1. Rnforzatori positivi o eventi, oggetti o stimoli sensoriali che, quando seguono immediatamente il comportamento, determinano un incremento del comportamento
  2. Rinforzatori negativi o stimoli o eventi (ad esempio domande, compiti, attenzione) che, quando rimossi immediatamente dopo un comportamento, quest’ultimo incrementa.

I comportamenti possono essere così schematizzati: Comportamenti mantenuti dall’attenzione degli altri; Comportamenti mantenuti dall’auto-stimolazione; Comportamenti mantenuti dal rinforzamento positivo tangibile; Comportamenti mantenuti dal rinforzamento negativo.

Prima di iniziare un qualsiasi programma di modificazione comportamentale è di fondamentale importanza conoscere e rispettare tutte le indicazioni inerenti l’etica che si possono reperire nel BACB Guidelines for Responsible Conduct for  Behavior Analysis (2004), Codice deontologico psicologi, Cooper, Heron & Heward (2006). Così come suggerito anche da Hawkins (1984), nella definizione che egli riporta di habilitation: L’abilitazione è il grado in cui il repertorio della persona massimizza a breve e a lungo termine l’effetto dei rinforza tori per quella persona e per gli altri e minimizza punizioni a breve e a lungo termine.

 

BIBLIOGRAFIA 

Baer, Wolf & Risley, (1987), Some still-Current Dimensions of Applied Behavior Analysis, Journal of Applied Behavior Analysis, 4, 313-327

O’Reilly, M.F., Lancioni, G.E., King, L., Lally, G., & Dhomhnaill, O.N.(2000). Using brief assessments to evaluete abberrant behavior maintained by attention. Jornal of Applied Behavior Analysis,33,109-112.

Cooper J.O., Heron T.E., Heward W.L. (2007), Applied Behavior Analysis, Second Edition, Merril Prentice Hall;

Hawkins R.P. (1979), The functions of assessment: Implications for selection and development of devices for assessing repertoires in clinical, educational, and other settings;

Martin G., Pear J., (2000), Strategie e tecniche per il cambiamento. La via comportamentale, McGraw-Hill;

Moderato & Copelli, L’analisi del comportamento applicata, Autismo e disturbi dello sviluppo, Vol 8, n.1, gennaio 2012;

Partington, J., W. (2011), La valutazione delle abilità comunicative e di apprendimento: assessment, guida alla costituzione di un curriculum, sistema di monitoraggio degli andamenti per bambini con disturbo dello spettro autistico e disturbi correlati, Orma Editing;

O’Neill, R.E., Horner, R.H., Albin, R.W.,Sprague, J.R.,Storey,K.,& Newton, J.S. (1997). Functional assessment and program development for problem behavior: A practional handbook (2Ed.). Pacific Grove, CA: BrooKs/Cole Publishing Company.

Torna Indietro